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Scatola nera dei TIR: dove è situata? Come funziona?

Guidare un TIR è per molte persone un lavoro quotidiano, la principale attività di sostentamento di sé e della propria famiglia. Si tratta, però, di una professione considerata usurante: il livello di attenzione richiesto e i rischi a cui ci si espone sono molti. Proprio per questo, infatti, i tir hanno strumenti di gestione di eventuali rischi e pause obbligate ogni tot ore di viaggio: per evitare incidenti e, se ne accadono, per capire cosa sia successo.

Uno di questi strumenti è la scatola nera, il cronotachigrafo. Viene installato i tutti i mezzi di trasporto superiori alle 3.5 tonnellate e su veicoli adibiti al trasporto di passeggeri, se questi sono più di nove.

Cronotachigrafo: cosa è

Originariamente, il cronotachigrafo era un dispositivo meccanico con il quadrante circolare. Oggi è invece un apparecchio completamente digitale che effettua una misurazione costante di tre parametri: la velocità del veicolo, i tempi di guida dell’autista e la distanza percorsa. I mezzi superiori a 3.5 t adibiti al trasporto regolare di linea con percorsi entro i 50 km, i mezzi delle forze dell’ordine e le cisterne del latte non sono incluse nell’obbligatorietà.

Le rilevazioni sono effettuate da questa scatola nera in modo totalmente automatico e, nel caso di mancato rispetto delle regole, effettuano il calcolo delle infrazioni in tempo zero, in base al Reg. Cee 561/2006. I cronotachigrafi di ultima generazione, inoltre, sono in grado di evidenziare anche tutte le potenziali infrazioni che il camionista ha commesso in merito al Codice della Strada.

Cronotachigrafi, analogici e digitali

I cronotachigrafi analogici sono ancora in commercio e sono utilizzabili su veicoli che, al momento dell’immatricolazione, ne erano provvisti. In questi casi, però, vanno tenuti a bordo anche tutti i file relativi all’attività degli ultimi 28 giorni lavorativi.

I cronotachigrafi digitali, invece, conservano tutti questi dati al loro interno. Si tratta di dispositivi il cui montaggio è obbligatorio sui veicoli immatricolati dopo il 1° maggio 2006 e hanno una memoria enorme: possono registrare 93.440 attività. La Legge prevede che i dati del tachigrafo vadano scaricati entro tre mesi; se analogico, questo va fatto al massimo entro 28 giorni.

Come funziona il cronotachigrafo

Il cronotachigrafo funziona grazie a tutta una serie di carte a microprocessore, cioè con un microchip: la carta del conducente, la carta dell’azienda, la carta dell’officina e la carta dell’Autorità di controllo. Queste, a seconda di ciò che si deve fare, vengono inserite nel cronotachigrafo.

Ogni autista è dotato di una propria scheda personale chiamata “Carta del Conducente”, che viene emessa dalla Camera di Commercio. Viene concessa a ogni autista una volta verificati alcuni parametri specifici e vale cinque anni. Questa carta ha una memoria di circa 25 kb e al suo interno contiene i dati del conducente, la targa del veicolo, i chilometri percorsi e gli errori.

La carta dell’azienda, invece, serve per consentire l’ispezione, lo scarico e la stampa dei dati di viaggio per i veicoli che hanno un tachigrafo analogico.

La carta dell’officina vale solo un anno, a differenza delle due precedenti, e viene data ai tecnici autorizzati dopo un corso formativo specifico: consente di modificare i parametri di calibrazione del tachigrafo.

La carta dell’Autorità di controllo, infine, è destinata alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Municipale e alle Direzioni Provinciali del Lavoro e serve per effettuare controlli ai TIR.