dopo la disastrosa espulsione dell’Italia dai prossimi mondiali in Russia del 2018 la bufera ha investito tutta la dirigenza della FIGC portando alle dimissioni di Tavecchio. Lo scopo dei detrattori e delle pressioni fatte a livello politico e non hanno fatto centro nell’obiettivo di eliminare la dirigenza senza però sapere a cosa si sarebbe andato incontro.
Cosa sta succedendo?
il caos generato dall’espulsione dell’Italia dai mondiali ha colto tutti abbastanza di sorpresa. Pur sapendo di non disporre di una nazionale di grandissimo livello, causa giocatori bravi ma non in formissima oltre che con un’età troppo avanzata e un c.t. per nulla nella parte, si era fortemente convinti di riuscire a centrare almeno l’obiettivo qualificazione senza troppe difficoltà. Ma non è stato così.
Nei giorni successivi si sono susseguite le notizie e le ipotesi più svariate fino ad arrivare alle uniche due certezze richieste, ovvero le dimissioni di c.t e dirigenza FIGC. Da quel momento fino ad ora sono stati proposti gli scenari più svariati e nessuno, per ora ha trovato conferma.
Quali sono le reali possibilità?
Sicuramente il nome più gettonato e che più si desidererebbe vedere al comando della nazionale è quello di Carlo Ancelotti. Ancelotti, seppur non escludendo a priori il ruolo, non sarebbe incline a ricoprirlo. Le motivazioni sono molteplici e non necessariamente di natura economica. Ancelotti ha fatto chiaramente capire che le questioni economiche non sono di secondario livello ma non sono in ogni caso determinanti. Quello che il tecnico richiede è uno “svecchiamento” più generale della gestione della nazionale, che non significa solo uno svecchiamento della rosa dei giocatori, ma di una visione più lungimirante di tutta la federazione.
Il c.t. ha spiegato che per poter essere competitivi bisogna adeguarsi alle nuove norme e star dietro al mercato e agli schemi e non ci si può nascondere dietro a schemi obsoleti che forse erano già difficilmente applicabili in precedenza ma che ora non permettono più di avere una squadra in grado di essere competitiva a livello internazionale.
Altro punto a sfavore è l’ambizione del c.t. nel continuare ad allenare all’estero. I nomi più quotati di Chelsea e Arsenal potrebbero, oltre che dargli più soddisfazione economica, dargli la possibilità di giocare in un campionato più competitivo ed eventualmente di pensare alla Champions League.
Tuttavia, Ancelotti non è l’unico nome della lista. Si è fatto ancora il nome di Conte, che però risulta essere piuttosto improbabile e si è fatto anche il nome di Mancini e Allegri. Gli ultimi due casi potrebbero essere i più realizzabili qualora i due c.t. chiudessero rispettivamente con lo Zenit e la Juve ma l’ingaggio e la possibilità di crescita e rinnovamento sono sempre un problema molto spinoso da affrontare che per ora non ha ancora trovato soluzione.
In questo turbine di problematiche di gestione troviamo una nazionale non in forma e delusa ma che comunque è ritornata agli allenamenti con atteggiamento forse mesto ma volenteroso. Come ogni squadra, la nostra Nazionale sa che ad ogni sconfitta si può solo rimediare guardando avanti e impegnandosi al massimo per centrare i prossimi obiettivi.