Medicina
Salute

Scala Asia: ecco come si classificano i danni neurologici!

I pazienti che riportano danni al midollo spinale sono sottoposti a una specifica valutazione, detta scala Asia. Tramite questa classificazione è quindi possibile valutare la situazione neurologica del paziente con uno standard internazionale. Nelle prossime righe approfondiremo tutto ciò che riguarda la scala Asia: a cosa serve, come si usa e quali sono i parametri presi in considerazione.

Scala Asia: che cos’è e a cosa serve?

Come accennato in apertura, la scala Asia consiste in una classificazione riconosciuta e utilizzata a livello internazionale, dal momento che costituisce uno standard per la valutazione dei pazienti che hanno riportato danni al midollo spinale. Ne fanno parte, per esempio, i pazienti paraplegici e tetraplegici.

Il suo nome è un acronimo che sta per “American Spinal Injury Association”, ovvero “Associazione americana per i danni spinali”. Tramite l’utilizzo della scala ASIA il personale medico e sanitario è quindi in grado di effettuare diverse valutazioni.

La prima di queste è quella che si svolge entro le prime sei ore dal trauma, ovvero una valutazione della situazione neurologica del paziente nella fase acuta. Successivamente, può essere effettuata una seconda valutazione, più completa e dettagliata, dopo 72 ore dal trauma e nuovamente entro la prima settimana dal trauma.

Nel corso degli anni, ovvero nel lungo termine, la scala ASIA permette anche di monitorare la condizione del paziente, valutando non solo la situazione a livello lesionale, ma anche la possibilità di un eventuale recupero motorio o sensitivo.

Come si svolge la valutazione?

La scala ASIA prevede una serie di valutazioni e test standardizzati. Tali test prendono in esame sia la funzionalità motoria che quella sensitiva. Nel caso della valutazione della funzionalità motoria il paziente è sottoposto a test che interessano cinque muscoli chiave (corrispondenti ai metameri da C5 a T1 e da L2 a S1, nonché la funzionalità dello sfintere anale). Per ogni muscolo interessato è quindi effettuato un test il cui risultato va da 0 a 5, in cui lo zero rappresenta la paralisi e 5 il movimento contro massima resistenza. Il punteggio massimo totale corrisponde a 100 punti.

Nei casi in cui non è possibile eseguire tale valutazione, ovvero per esempio in caso di fratture, la valutazione darà come risultato il valore “NT”, cioè “non testabile”.

Per quanto riguarda invece la valutazione sensitiva, questa si articola in diversi punti, ognuno di essi corrispondenti a un specifico dermatomero. Per dermatomero si intende una porzione di cute in cui un singolo nervo spinale esprime le sue funzioni sensitive. Si tratta quindi di un’area circoscritta in cui raramente si sovrappongono più dermatomeri, e quindi facilmente analizzabile.

In questa valutazione sono quindi prese in considerazione il tatto (sensibilità superficiale) e la reazione alla puntura (sensibilità dolorifica). Al contrario della precedente valutazione, il punteggio in questo caso va da zero a due, in cui lo zero corrisponde all’anestesia, l’uno alla sensibilità perturbata (ipoestesia, disestesia o iperestesia) e due alla sensibilità normale. Anche in questo caso è possibile avere il valore “NT”, non testabile.

Il punteggio massimo ottenibile per la valutazione sensitiva è 112. In base al punteggio ottenuto sommando la valutazione motoria a quella sensitiva è quindi possibile ottenere il grado di lesione neurologica, che va dal grado A al grado E. In questa valutazione il grado A rappresenta l’anestesia completa sottolesionale e un deficit motorio completo sottolesionale, mentre il grado E si ottiene a seguito di un esame e valutazione normali.